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Per gran parte della storia industriale, il successo di un’azienda si misurava sulla sua capacità di costruire un modello di business lineare ed efficiente: produrre qualcosa, spingerlo lungo una catena del valore e venderlo a un cliente.

Oggi, le aziende di maggior valore al mondo – Apple, Google, Amazon, Meta – non seguono più questa logica. Non vendono semplicemente prodotti; orchestrano ecosistemi. Hanno costruito piattaforme.

 

Pensate alla storia di Airbnb.

Nel 2007, due coinquilini di San Francisco, Brian Chesky e Joe Gebbia, non riuscivano a pagare l’affitto. Notarono che in città si teneva una grande conferenza di design e tutti gli hotel erano al completo. La loro idea fu semplice e quasi banale: comprarono tre materassi gonfiabili e misero online un sito improvvisato, “Air Bed & Breakfast”, offrendo un posto per dormire e la colazione. Non possedevano un hotel, non avevano stanze. Hanno semplicemente connesso una domanda (designer senza un posto letto) con un’offerta latente (il loro pavimento). Quell’idea non era un prodotto, era l’embrione di una piattaforma: un modello di business progettato non per vendere qualcosa di proprio, ma per facilitare lo scambio di valore tra altri.

L’effetto rete

Una piattaforma non crea valore in modo lineare, ma lo abilita, facilitando lo scambio tra due o più gruppi di utenti distinti ma interdipendenti (es. acquirenti e venditori, autisti e passeggeri, sviluppatori e utenti).

Mentre un’azienda tradizionale cresce aggiungendo risorse, una piattaforma cresce aggiungendo utenti. E qui si nasconde il suo segreto, la sua “magia nera” economica: l’effetto rete.

L’effetto rete (o network effect) è il fenomeno per cui il valore di un prodotto o servizio aumenta per ogni nuovo utente che si unisce alla rete. Un telefono è inutile se lo possiede solo una persona; il suo valore cresce esponenzialmente con ogni nuova persona che ne possiede uno. Questo crea un circolo virtuoso potentissimo: più utenti attirano più utenti, generando una crescita esplosiva e costruendo un fossato competitivo quasi invalicabile. Provare a lanciare un nuovo social network oggi non è difficile per la tecnologia, è quasi impossibile per la necessità di superare l’effetto rete di Meta o TikTok.

La piattaforma abilita nuovi orizzonti di business. Ph. Josh Willink

La differenza fondamentale: Pipeline vs. Platform

Per capire la rivoluzione, dobbiamo prima capire una differenza fondamentale:

  • Pipeline (Modello Lineare): L’azienda controlla l’inventario, che siano auto in un concessionario o articoli in un giornale. Il valore viene creato internamente e spinto verso il consumatore. L’efficienza si ottiene ottimizzando la catena.
  • Platform (Modello a Rete): L’azienda non possiede i principali mezzi di produzione. Uber non possiede auto, Airbnb non possiede hotel, YouTube non crea la maggior parte dei video. Il valore viene creato dagli utenti e orchestrato dalla piattaforma. L’efficienza si ottiene facilitando le interazioni e le connessioni.

Il cambio di mentalità è radicale: si passa dal controllare le risorse al governare l’ecosistema.

Il motore della Piattaforma: L’effetto rete

Non tutte le piattaforme hanno successo. Il successo dipende dalla capacità di innescare e sostenere potenti effetti rete. Ne esistono principalmente di due tipi:

  1. Effetto Rete Diretto (Same-Side): Il valore per un utente aumenta con il numero di altri utenti dello stesso tipo. Esempio: più amici sono su WhatsApp, più utile diventa WhatsApp per te.
  2. Effetto Rete Indiretto (Cross-Side): Il valore per un gruppo di utenti aumenta con il numero di utenti dell’altro gruppo. Esempio: più acquirenti ci sono su Amazon Marketplace, più venditori sono incentivati a unirsi; più venditori ci sono, più scelta hanno gli acquirenti. Questo è il motore della maggior parte delle piattaforme transazionali.

[Immagine di un diagramma che illustra la differenza tra effetti rete diretti e indiretti]

Innescare questo ciclo virtuoso è la sfida strategica più importante per qualsiasi business a piattaforma.

La Sfida N°1: risolvere il problema dell’uovo e della gallina

Una piattaforma senza utenti non ha valore. Ma come si attirano i primi utenti se non c’è ancora nessuno dall’altra parte? Questo è il dilemma fondamentale, il “problema dell’uovo e della gallina” (chicken-and-egg problem). Ecco alcune strategie pratiche per risolverlo:

  • Strategia “Single-Side”: Crea valore per un lato della piattaforma prima di aprirla all’altro. Esempio: OpenTable è partito offrendo ai ristoranti un software per la gestione delle prenotazioni (valore immediato per un lato). Solo dopo aver raggiunto una massa critica di ristoranti, ha aperto il portale ai clienti per prenotare.
  • Strategia “Marquee”: Identifica e “compra” un utente di altissimo valore (un marquee user) per attirare tutti gli altri. Esempio: Una nuova piattaforma di corsi online potrebbe pagare un professore di fama mondiale per creare il primo corso, attirando così migliaia di studenti.
  • Strategia “Fake it ‘til you make it”: Inizialmente, simula una parte del mercato. Esempio: I fondatori di Reddit hanno creato i primi contenuti e le prime discussioni con account falsi per far sembrare la piattaforma viva e interessante per i primi veri utenti.
  • Strategia di “Seeding”: Popola manualmente un lato della piattaforma con un’offerta di valore. Esempio: Google con Android. Ha offerto il sistema operativo gratuitamente ai produttori di telefoni (un lato) per costruire una base installata enorme e attirare così gli sviluppatori di app (l’altro lato).

La scelta della strategia dipende dal mercato, ma l’obiettivo è sempre lo stesso: raggiungere una massa critica che renda l’effetto rete autosostenibile. Molte piattaforme sono fallite esattamente per questo motivo: non hanno raggiunto la massa critica per innescare l’autosostenibilità (questo è uno dei motivi per cui uno dei kpi fondamentali di Facebook è il numero di utenti attivi in piattaforma).

Platform strategy per le aziende B2B: L’opportunità nascosta

Molti pensano che le piattaforme siano solo un fenomeno B2C. È un errore. I principi sono perfettamente applicabili, spesso con ancora più potenziale, nel mondo B2B. Le aziende B2B possono creare piattaforme per:

  • Orchestrare supply chain complesse: Una piattaforma che connette produttori, fornitori di logistica e distributori, offrendo a tutti visibilità in tempo reale e ottimizzazione dei flussi.
  • Creare mercati di nicchia: Un marketplace per la compravendita di macchinari industriali usati o per l’ingaggio di ingegneri freelance specializzati. Esempio: SAP con il suo App Center, un marketplace dove altre aziende possono vendere soluzioni che si integrano con il software SAP, aumentando il valore dell’intero ecosistema.
  • Costruire ecosistemi di dati: Una piattaforma che aggrega dati anonimizzati da diverse aziende dello stesso settore per fornire a tutti benchmark e insight predittivi che nessuno potrebbe ottenere da solo.

La chiave nel B2B è spostare il focus dalla semplice vendita di un prodotto alla costruzione di un ecosistema che risolva un problema complesso per un intero settore.

Conclusione: Siete costruttori di pipeline o orchestratori di ecosistemi?

La Platform Strategy non è solo un modello di business, è un cambio di mentalità.

Richiede di smettere di pensare in termini di controllo e di iniziare a pensare in termini di influenza e governance. Le domande strategiche cambiano da “Come possiamo ottimizzare la nostra catena del valore?” a “Come possiamo facilitare le interazioni di valore tra i nostri utenti?”.

Attenzione: costruire una piattaforma è difficile.
Richiede visione, pazienza per risolvere il problema dell’uovo e della gallina, e nuove competenze nella gestione di community. Ma per chi ci riesce, il premio non è solo la crescita, ma il dominio del mercato.

E questo non vale solo per le startup. Anche una PMI consolidata può e deve pensare in ottica di piattaforma. Non significa dover costruire il prossimo Uber, ma iniziare a sfruttare la risorsa più preziosa a propria disposizione: i dati dei clienti e del proprio settore.

Una PMI può iniziare a costruire un ecosistema partendo da una “piattaforma di dati”. Immaginate un’azienda B2B che produce componenti per un settore specifico: potrebbe creare un portale dove i suoi clienti, in forma anonima e aggregata, condividono dati sulle performance dei loro macchinari. In cambio, l’azienda offre a tutti i partecipanti benchmark di settore, insight predittivi e report che nessuno potrebbe ottenere da solo.

In questo modo, l’azienda non vende più soltanto componenti, ma diventa l’orchestratore della conoscenza del settore. Crea un effetto rete basato sui dati: più clienti partecipano, più i dati diventano accurati e preziosi per tutti, rendendo estremamente difficile per un concorrente replicare questo valore.

Il vostro compito, quindi, è porvi una domanda fondamentale: siete destinati a rimanere un singolo nodo in una catena del valore lineare, o potete diventare il centro di un ecosistema che crea valore per tutti i suoi partecipanti?

La risposta a questa domanda definirà il vostro futuro competitivo.

Approfondimento

Platform Revolution

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How networked markets are transforming the Economy and how to make them work for you

di Goffrey G. Parker, Marshall W. Van Alstyne, Sangeet Paul Choudary

Questo è considerato il testo di riferimento assoluto sulla platform strategy. Gli autori scompongono in modo sistematico i principi economici, le sfide strategiche e i modelli di governance che stanno dietro ai business a piattaforma di maggior successo. È un manuale indispensabile e completo per chiunque voglia costruire o trasformare la propria azienda in una piattaforma.

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