L’equilibrio tra profitto, crescita e controllo

Durante il mio corso universitario sul Performance Management mi capita spesso di discutere su come la ricerca del profitto o della crescita possano creare tensioni in azienda. L’obiettivo è ovviamente ottenere un successo sostenibile, ma arrivarci non è semplice e richiede molto più della semplice creazione di profitto.

Le aziende di successo sono in grado di trovare l’equilibrio perfetto tra profitto, crescita e controllo, ed è questo equilibrio che garantisce la sostenibilità nel lungo periodo.

Profitto, crescita e controllo sembrano tre assi di equilibrio completamente indipendenti ma, se non gestiti in modo coordinato, possono addirittura trasformarsi in una fonte rischio per le aziende. Infatti, se eccediamo una direzione, si possono creare delle tensioni sulle altre due.

Per questo motivo dico spesso che sono il “triangolo delle bermude” delle aziende.

equilibrio integrato
Il triangolo fondamentale per la sostenibilità economica delle aziende

L’importanza del profitto

Il profitto rappresenta la misura del successo finanziario di un’azienda. Senza un profitto sostenibile, infatti, possono insorgere delle difficoltà che minano la crescita nel tempo; una gestione finanziaria efficace è quindi essenziale per garantire un profitto stabile e duraturo. Ciò implica la corretta allocazione delle risorse, l’identificazione delle opportunità di riduzione dei costi e una pianificazione accurata delle entrate e delle spese.

È uno dei principali fattori di salute dell’azienda ed è quello che ne permette il sostentamento.

È ovvio che le imprese debbano perseguirlo costantemente. Sembra una banalità ma non è una cosa così scontata e per molte aziende la vera stella polare è il fatturato, solitamente connesso alla crescita. Ma il fatturato può anche non essere profittevole. Sembra un paradosso, ma non lo è.

Impegnarsi per far crescere un’azienda non redditizia può essere una scelta imprudente dal momento che l’aggiunta di entrate che non producono profitti o, peggio ancora, l’aggravio di costi per dotarsi di infrastrutture atte a sostenere la crescita attesa, possono ridurre in modo pesante i rendimenti e, talvolta, mettere in tensione la tenuta dei conti aziendali. Ovviamente in alcuni casi non è così, specialmente quando è necessario raggiungere una massa critica, ma in generale possiamo dire: prima bisogna creare profitto e poi sviluppare la crescita. Un’azienda non profittevole, persisterà in questa condizione anche crescendo. Un punto su cui riflettere.

La sfida della crescita

La crescita rappresenta un elemento chiave per il successo a lungo termine di un’azienda. Senza crescita, alla lunga, non si riesce a mantenere l’azienda in equilibrio. Tuttavia, una crescita non controllata può portare a problemi come l’espansione eccessiva, la perdita di focus e l’indebolimento della cultura aziendale. Anche in questo caso, non sono infrequenti i casi di aziende implose per crescita eccessiva e troppo rapida: in genere perché la struttura (anche quella finanziaria!) non è stata adeguata per tempo alle nuove necessità.

Crescere in un mercato che cresce, scusate il gioco di parole, è quasi automatico. Ciononostante occorrono doti gestionali per favorire lo sviluppo senza semplicemente lasciarsi trainare dal mercato. Infatti, non crescere in un mercato che si sta sviluppando vuol dire semplicemente che stiamo perdendo opportunità e stiamo diventando più piccoli a vantaggio di qualche concorrente che crescerà e si rafforzerà anche a nostre spese.

Al contrario, in un mercato maturo o, peggio, in contrazione, la crescita è dovuta esclusivamente alla bravura delle aziende nel riuscire a “rosicchiare” quote di mercato a scapito dei concorrenti. In queste situazioni, gli assi del profitto e del controllo diventano prevalenti.

In entrambe le situazioni (sviluppo del mercato o contrazione), per garantire una crescita sostenibile, le aziende di successo adottano delle apposite strategie. Ciò può includere l’identificazione di nuovi mercati, lo sviluppo di prodotti innovativi, l’acquisizione di competenze chiave o addirittura la creazione di nuovi modelli di business.

Ne consegue che diventa fondamentale liberare le energie per mettere in grado il team di ideare strategie, ma anche processi e prodotti che possono conquistare il mercato e garantire profitti. Questo vuol dire anche processi più laschi, maggiore velocità decisionale, maggiore delega. In poche parole: minore controllo.

Un’azienda strettamente controllata cresce difficilmente perché quasi sempre l’innovazione dipende da incontri, confronti, idee e, spesso, errori che possono attivarsi solo in situazioni “lasche”. Se i processi sono troppo rigidi e i controlli troppo strutturati, tutto funziona bene ma si rende l’azienda immune alle variazioni casuali (o cercate) che permettono l’innovazione.

Il controllo è la base di un’azienda sana.

Mantenere il controllo è fondamentale per garantire che l’azienda segua la giusta direzione e mantenga la coerenza con la propria missione. Il controllo può riguardare diversi aspetti, come la governance aziendale, la gestione delle operazioni e la gestione delle risorse umane.

Per capire se stiamo creando tensioni pericolose per l’azienda è necessario dotarsi di strumenti di controllo. Può sembrare strano ma anche un’azienda redditizia, in mancanza di un adeguato sistema di controllo, può andare in difficoltà senza che i manager facciano scattare l’allarme. Le debolezze nel controllo, infatti, permettono la prolificazione di errori e l’aumento dei rischi. Questo è doppiamente pericoloso perché i manager possono illudersi che l’azienda redditizia sia anche perfettamente sotto controllo, senza vedere le voragini che si possono aprire tra le pieghe del bilancio.

Il controllo è anche necessario per contrastare comportamenti poco corretti: talvolta un’eccessiva enfasi sul profitto oppure sulla crescita può comportare dei rischi, fino al punto in cui i dipendenti possono assumere comportamenti che mettono a repentaglio l’azienda stessa.

Ad esempio, un dipendente che sacrifica dei test di sicurezza per accelerare l’introduzione di un nuovo prodotto o che si concentra solo su obiettivi a breve termine a discapito dei risultati a lungo termine. Senza parlare delle forme di distorsione manageriale più forti, che in alcuni casi possono portare addirittura a comportamenti illegali.

I controlli quindi, non sono soltanto di tipo economico-finanziario, anche se un buon sistema di controllo è fondamentale per governare i “numeri” aziendali.

Una domanda che faccio spesso quando incontro le PMI, generalmente meno attrezzate sotto questo punto di vista, è: “quanto margina questo prodotto?” Beh in generale non mi sanno rispondere. Un buon sistema di contabilità industriale è la base per gestire bene l’azienda, ma spesso è uno degli anelli deboli delle aziende, anche se alla base del sistema stesso.

Ci sono molti sistemi per implementare il controllo, ma voglio citare quello meno scontato: una forte cultura aziendale. Una cultura condivisa, basata su valori solidi, può guidare le decisioni e le azioni dei dipendenti, creando un ambiente coeso e orientato al successo e, in definitiva, può aiutare a mantenere il controllo.

Conclusioni

Per le aziende di successo, l’equilibrio tra profitto, crescita e controllo rappresenta la chiave per la sostenibilità a lungo termine.

La gestione finanziaria efficace, la gestione della crescita, il mantenimento del controllo e l’adozione di strategie innovative sono tutti elementi essenziali per raggiungere questo equilibrio. Solo attraverso un approccio olistico e una costante valutazione e adattamento delle strategie, le imprese possono prosperare e ottenere il successo desiderato

E voi come gestite il vostro triangolo delle bermuda? Siete sbilanciati o in perfetto equilibrio? Siete interessati al tema? Approfondiamolo insieme.

Ne consegue che diventa fondamentale liberare le energie per mettere in grado il team di ideare strategie, ma anche processi e prodotti che possono conquistare il mercato e garantire profitti. Questo vuol dire anche processi più laschi, maggiore velocità decisionale, maggiore delega. In poche parole: minore controllo.

Un’azienda strettamente controllata cresce difficilmente perché quasi sempre l’innovazione dipende da incontri, confronti, idee e, spesso, errori che possono attivarsi solo in situazioni “lasche”. Se i processi sono troppo rigidi e i controlli troppo strutturati, tutto funziona bene ma si rende l’azienda immune alle variazioni casuali (o cercate) che permettono l’innovazione.

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