DETTAGLI DIMENTICATI?

Il tennis e l'arte del management

Per chi ha poco tempo da leggere, ecco di cosa parla l’articolo:

  • Tennis e Management hanno molto in comune
  • Ci sono tre livelli di analogia: fisica, mentale e tecnica
  • Osservando i grandi campioni possiamo trarre delle utili informazioni di management

Da un po' di tempo mi diletto nello sport del tennis e via via che che gioco, mi accorgo di un formidabile parallelismo tra questo gioco e il management.

Quest'anno è stato eccezionale per il tennis italiano e mi è venuta l'idea di scrivere un articolo dove provo a presentare una prima idea di queste mie riflessioni sul parallelismo tra tennis e management che poi vorrei sviluppare nei prossimi mesi.

Ho identificato tre piani per questa analogia, tutti e tre importanti e strettamente correlati: il piano della prestazione fisica, quello della gestione della partita e quello della tecnica.

Il piano della prestazione fisica

Forse chi non conosce questo sport può pensare che non sia estremamente fisico, in realtà lo è decisamente, sia perché le partite sono generalmente abbastanza lunghe sia perché, ve lo posso assicurare, nel tennis si corre come matti a destra e sinistra e spesso anche avanti indietro! Il tennis è fatto anche di accelerazioni e rincorse e tutto ciò, oltre a richiedere una grande resistenza atletica richiede anche doti di velocità e di scatto.

La velocità nel gioco del tennis è un elemento fondamentale. Il giocatore deve colpire la palla già ben posizionato e per questo deve anticipare il movimento della palla per intercettarne la traiettoria, fermarsi, impostare il tiro e magari colpire l’avversario dove meno se lo aspetta; se invece il giocatore arriva in ritardo, rimanderà la palla dall’altra parte, ma il colpop non sarà efficace e, come spesso succede, l’avversario sarà già in attesa e pronto per chiudere il punto.

Possiamo applicare lo stesso concetto al management.

Se vogliamo cogliere le opportunità del mercato dobbiamo agire con grande velocità. Altrimenti si possono verificare due casi: manco completamente l’opportunità perché prima che l’azienda reagito questa si è già esaurita, oppure l'opportunità è già stata saturata dai concorrenti.

Quello che succede spesso, come al tennista che rincorre la palla e riesce a respingerla a malapena, è che l’azienda arriva sul mercato in modo scomposto, non ben preparato, e il prodotto viene portato sul mercato in modo approssimativo rispetto alle proposte della concorrenza, che invece si presenta con un prodotto o con una strategia migliore. In questo modo rischieremo di non vendere e, addirittura, di bruciare risorse utili.

👉 Dobbiamo essere estremamente veloci di raggiungere l’obiettivo una volta che abbiamo intuito qual è la direzione giusta, per far questo dobbiamo preparare l’azienda ad essere agile e veloce puntando su: allineamento, processi decisionali efficaci, risorse disponibili o facilmente riallocabili.

Il piano della gestione della partita

Quando affrontiamo una partita dobbiamo avere un piano di gioco che consiste principalmente nello scegliere in anticipo quale sarà il punto di forza da contrapporre all’avversario, questo perché dobbiamo giocare con un criterio che ci permetta di sfruttare i nostri punti di forza per giocare sui punti di debolezza dell’avversario. Se ci pensate bene, la stessa cosa va fatta per entrare in un mercato o lanciare un nuovo prodotto: sfruttare al massimo i punti di forza cercando di penetrare i punti deboli dei concorrenti.

È uno dei segreti “incofessabili” della strategia.

Per i giocatori di medio livello c’è in genere un unico piano di gioco, il Piano A. Se siamo in giornata storta oppure se il piano non mette in difficoltà l’avversario, allora siamo nei guai. I grandi campioni, ovviamente, non hanno solo il Piano A, ma anche il Piano B e alcuni top player anche il Piano C e D. 🤪

Iniziano con il Piano A, ma se le cose non vanno come devono andare, allora sono pronti a cambiare gioco, in funzione dell’avversario, in modo da attaccare sempre i suoi punti deboli.

👉 Se abbiamo un unico punto di forza e questo viene neutralizzato, allora siamo in difficoltà. È necessario avere più punti di forza su cui appoggiarsi se la nostra prima scelta non va a buon fine quindi, come azienda, quando facciamo l’analisi dei punti di forza e punti debolezza dobbiamo trovarne più di uno. Se ne abbiamo uno solo siamo a rischio perché, se questo viene neutralizzato, allora saremo in grave difficoltà

Su quanti punti i forza potete contare per conquistare i mercati?

Il piano dei meccanismi

Descrivendo il piano della prestazione fisica, ho scritto che dobbiamo essere rapidissimi e agili per andare sulla palla e colpire correttamente. Qui viene fuori l’ultimo piano che ho individuato, quello dei meccanismi.

Il tennis è uno sport molto complesso nella gestione dei movimenti, un buon colpo richiede grande coordinazione e collaborazione di tutto il corpo: gambe, busto, spalle,  braccia, polso. Il corretto funzionamento della catena cinematica è una cosa che si impara con anni di pratica.

I movimenti vengono ripetuti fino allo sfinimento per essere interiorizzati adeguatamente ed eseguiti istantaneamente in modo “autonomo”. In questo modo il cervello può essere impegnato anche su altro, ovvero sulla visione del gioco, sulla posizione dell’avversario e sulla decisione riguardo al tipo di tiro da effettuare.

In sostanza, il movimento deve venire da solo e questo lo otteniamo con grande allenamento e con il continuo perfezionamento del processo in ogni singolo elemento, in modo che la catena cinematica funzioni perfettamente in maniera automatica.

Ma se io voglio competere, devo aumentare la velocità e per far questo la catena cinematica deve funzionare correttamente. Sono questi automatismi che rendono il movimento veloce perché il cervello li gestisce autonomamente, mentre è impegnato sugli altri elementi citati in precedenza.

👉 Parallelamente, in azienda devo avere dei processi che girano come degli orologi, perfetti e con grande precisione anche ad elevata velocità. Tutto deve essere oliato alla perfezione e i meccanismi devono essere automatici senza continue supervisioni e stadi di approvazione. Se tutto questo funziona bene, allora posso aumentare la velocità.

Perché quando arriva l’opportunità, i processi devono girare alla massima velocità di funzionamento senza necessità di loop decisionali o eccessive incrostazioni che li possono rallentare nel funzionamento. Dobbiamo allenare l'azienda ad essere più veloce, più rapida nei movimenti e nelle decisioni e questo, come nel tennis, non si apprende istantaneamente, ma solo con grande allenamento. 

Quanto sono rapidi i vostri processi? Quali sono i colli di bottiglia? Cosa posso cambiare per renderli veloci in caso di necessità? Avete mai provato a rispondere a queste domande?

Allora, inizia subito ad allenare l'azienda ad essere più veloce digitalizzando e automatizzando i processi, semplificando le decisioni, responsabilizzando il team a tutti i livelli. Solo così sarai pronto a scattare per cogliere la prossima opportunità.

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